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In ricordo di Renzo Bonomi 1/12/2015

L’ Alpino Bonomi Renzo, classe 1929, il “Vecio più Vecio” del Gruppo Alpini di Albate, è “Andato Avanti”  nella notte tra il 20 e il 21 novembre all’età di 86 anni.
Per ricordare Renzo, il suo modo di essere e di comportarsi, occorre rifarsi alle “Beatitudini” ed in particolare a quella che afferma “Beati i miti perché erediteranno la terra”. Renzo, in vita, è stato l’incarnazione della mitezza.

“Imparate da me che sono mite e umile di cuore” (Matteo 11,29) . “Il vostro ornamento non sia quello esteriore di intrecciare i capelli e di ornarsi con gioielli d’oro o di indossare vesti lussuose, ma l’uomo nascosto del cuore, nella incorruttibilità dello spirito mite e tranquillo: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio” (Pietro 3.3-4)

Ma chi sono i miti? Sono coloro che non si lasciano dominare dall’ira o dall’impazienza, ma sanno affidarsi con umiltà alla provvidenza. Mite è chi sceglie di non prevalere; chi ama davvero è mite; e la morte di una persona mite, mette fine solo alla sua vita terrena ma non all’esempio che lascia; esempio che deve diventare modo di essere e di comportarsi per tutte le persone che l’ hanno conosciuta e che ora vivono nel suo ricordo.
Renzo non frequentava la sede in modo costante: l’età e qualche acciacco glielo impedivano. Ma non mancava all’ Assemblea annuale oppure quando c’era da lavorare in cucina; aveva una grandissima esperienza nell’arte culinaria, acquisita in decenni di attività nel settore alimentare. Si metteva ai fornelli con una pacatezza “fuori dal tempo” cioè in totale contrasto con le nostre abitudini giornaliere fatte di corsa perenne; diceva sempre che per cucinare bene occorre amore e pazienza. Ogni tanto, quando era certo di aver avviato bene il lavoro, lasciava che la cottura continuasse da sola e andava a sedersi nel “suo” angolo preferito appena fuori dalla cucina, stando però sempre attento al lavoro in corso. Dava sempre consigli  a tutti coloro che collaboravano con lui perché non era per niente geloso del suo sapere; e tutti lo stimavano per questa disponibilità.

Qualche volta giocava a carte; ma anche in questi momenti emergeva la sua caratteristica di uomo pacato, opponendosi con un suo modo del tutto naturale al compagno di gioco o all’ avversario troppo facinorosi. E alla fine della partita  -  vinta o persa  -  commentava le giocate e lo  faceva senza polemica; le sue spiegazioni erano motivate dal desiderio di cogliere anche dagli errori commessi un insegnamento utile; e la sua pacatezza faceva sempre centro, tutti lo ascoltavano, anche i più intemperanti.
I Gruppi sono costituiti da Alpini che hanno, ognuno, caratteristiche diverse e particolari; alcuni sono simili nel modo di partecipare alle attività del Gruppo; altri, per caratteristiche diverse, sono unici. Renzo apparteneva alla seconda categoria: unico per pazienza, per eleganza di comportamento, per la capacità  di stare con tutti sorridendo ed esternando in ogni momento un modo di essere rispettoso, ma nello stesso tempo sempre fermo sulle proprie convinzioni. Quando necessario, sapeva contenere nel suo animo motivi di sdegno; ma sapeva sempre essere diligente ed esemplare nel lavoro; alla quale dote non mancava di aggiungere la battuta saggia e simpatica.
Pochi decenni orsono, Renzo e la devota moglie Laura dovettero accettare,  e lo fecero con sapiente umiltà, la perdita dell’ unico figlio Gianni; una disgrazia che avrebbe portato sconvolgimento in un altro modello di famiglia, ma non nella loro. Accettarono la sventura e continuarono la loro vita.
Con la scomparsa di Renzo il Gruppo Alpini ha perso un amico fedele ma soprattutto un Alpino esemplare; una persona semplice, gentile, umile e pacata, che della propria vita ha dato un modello da seguire. Ha lasciato un vuoto incolmabile nelle file degli Alpini.
Adesso anche Renzo ha raggiunto quella porzione del Paradiso di Cantore destinata agli Alpini del Gruppo di Albate. E siamo certi che sarà stato accolto splendidamente da chi è arrivato prima di lui … ormai sono parecchi, almeno una quarantina, destinati ad aumentare …
Carissimo Renzo, sarà molto difficile per noi che restiamo mettere in pratica il tuo insegnamento, ma siamo consapevoli che è l’unico modo serio e giusto per ricordarti come si deve.
A allora, Alpini di Albate tutti, non ci resta che metterci d’impegno e ricordare Renzo nel modo che, ne siamo certi, è nei suoi desideri. Solo così la sua memoria rimarrà sempre viva e aiuterà il Gruppo nel non facile futuro associativo.
Alla carissima Laura e a tutti i parenti vada il deferente, sincero e affettuoso pensiero di tutti gli Alpini di Albate, unito alla preghiera di suffragio.