GITA IN QUEL DI GENOVA
“Grazie a tutti voi per la partecipazione ec. ec.” Così si rivolgeva il Capo Gruppo Giampaolo svegliando dal torpore i partecipanti alla gita sociale con destinazione Genova, al rientro in Albate. Tutto è iniziato con puntualità svizzera alle ore 7 quando il pulman con a bordo 50 partecipanti, chi sveglio e chi meno, lasciava Albate per raggiungere Genova detta anche“La Superba”.
Breve sosta all'autogril per soddisfare bisogni vari e poi dopo la discesa della Serravalle eccoci alla meta dove ad aspettarci c'era la gentil donzella Paola che avrebbe fatto da guida illustrando i luoghi e le bellezze della città.
“Con quella faccia un po così quell'espressione un po così che abbiamo noi mentre guardiamo Genova” cantava Paolo Conte; in effetti salendo sulla collina di Carignano si rimane affascinati,è uno dei quartieri più eleganti della città fanno da testimone edifici di pregio, ombrose ville, imponenti chiese,svetta su tutte la Basilica di Santa Maria Assunta, visibile da quasi tutta la città. Degno di nota il panorama visto dal Castelletto, “balcone” sospeso sul centro storico con vista a 360° sulla città, sul porto e sui tetti della Genova antica.
A proposito di tetti e guardandosi attorno tante sono le soffitte che si vedono e chissà forse anche la vecchia soffitta cantata dal genovese Gino Paoli, dove da una finestra a un passo dal cielo blu, una gatta faceva le fusa….
Bando hai ricordi e tutti sul pulman, dopo avere percorso l'elegante via XX Settembre
eccoci in Piazza De Ferrari che è la principale piazza di Genova nel pieno centro presso l'antico sestiere di Portoria, ne rappresenta il fulcro commerciale, finanziario ed economico, oltre ad essere principale punto di riferimento in occasione degli eventi più importanti della vita cittadina.
Infatti veniamo accolti dai festeggiamenti in occasione della festa Dell'Immacolata.
A questo punto il gruppo si divide, alcuni rimangono sul pulman con la guida per proseguire il giro della città, gli altri in ordine sparso in giro per conto proprio, si dice che l'anima di Genova sta nei suoi Caruggi, vicoli stretti e spesso fatiscenti con locali adibiti prevalentemente a pied-à-terre per la prostituzione,negozi irregolari, magazzini e depositi e unità multiabitative per immigrati ed extracomunitari, con il caruggio più conosciuto di Genova Via di Prè che da il nome anche al sestiere di Prè.
Da lì e passare in Via XX Settembre è stato come passare dall'inferno al paradiso, siamo nella Genova bene la “vasca” dei genovesi, sfavillanti negozi, eleganza ostentata, bella gente, un drink anzi due prima di fare visita ad un vecchio amico, Zefirino dell'omonimo ristorante, strette di mano e abbracci, il tutto con contorno di un ottimo aperitivo con annessi e connessi, poi via di corsa al pulman, guai arrivare in ritardo, solo che a metà strada una gentil donzella Carmen proprietaria del bar omonimo, scandiva con voce squillante il nome di Guido, al che un po meravigliati da tal richiamo, Guido è un marinaio con trascorsi di naia in quel di Genova oltre che amico degli alpini, fummo costretti ad un'altra sosta, drink d'obbligo e abbracci con tale Carmen che è nientemeno figlia di una cara amica di Guido, cipicchia i marinai in ogni porto lasciano il segno, come si suol dire, gli alpini invece “sulle nude rocce e perenni ghiacciai”….
Gli altri del gruppo nel frattempo con la guida Paola si sono fatti una approfondita cultura della città una abbuffata di visite a palazzi: Ducale,Rosso, Reale, Bianco, Doria; per finire alla massiccia Lanterna in pietra il faro di Genova situato nel porto antico.
Tutti a bordo e il pulman parte alla volta di Genova Sturla, è un quartiere di Genova, gia antico borgo di pescatori, è situato sul golfo omonimo, praticamente il lido dei genovesi, li ci aspetta il ristorante Catainin dove affamati prendiamo posto lasciandoci deliziare da un menù a base di pesce, al quale gli mancava la parola, si è mangiato veramente bene, peccato per quelli che non piacendo il pesce hanno optato per il menù di carne.
Il ristorante situato sul mare con una terrazza che ci ha visti protagonisti, tra una portata e l'altra, di foto e ritratti in tutte le pose, giornata splendida anche il sole a voluto dare il benvenuto al Gruppo Alpini Albate.
L'estrazione della lotteria dava il segnale che oramai la giornata era al termine e quindi con la luce di un tramonto sul mare spettacolare, si risale sul pulman che ci riporterà in quel di Albate, grazie Genova. E anche questa è fatta.
ZetaEffe
Ancora un evento luttuoso ha colpito la Famiglia Alpina di Albate. Luciano Aliverti si è spento in un fredda mattina di dicembre.
Da alcuni anni la malattia lo aveva debilitato nel fisico impedendogli di effettuare tutte quelle attività che lo avevano distinto. Alpino di vecchie tempra era iscritto ad Albate da lunghissimo tempo.
Fu fra quelli che al'epoca della nascita della nuova sede partecipò all'acquisto di quote della Cooperativa Famiglia Verde.
Uomo sempre dedito alla famiglia, al lavoro e alla montagna, non dimenticò mai i suoi trascorsi alpini.
In tutto fu sempre assecondato dalla Sua Liliana, con la quale ha, in perfetta sintonia, passato più di mezzo secolo di vita.
Dalla loro unione nacque Fabio, il loro unico figlio, che in parte, assimilò la passione del padre per lo sci.
Luciano si distinse sin dalla sua giovinezza come un esperto discesista e alpinista fra le file del CAO. Queste sue qualità gli permisero, quando fu chiamato alle armi di essere inviato alla Caserma Monte Bianco di La Thuile sede degli esploratori della Scuola Militare Alpina di Aosta.
Come Alpino in congedo partecipò più volte ai campionati nazionali dell'ANA in rappresentanza del Gruppo di Albate e della sezione di Como, ottenendo significativi risultati. E' stato anche istruttore di sci presso la scuola della Sighignola e dei corsi di sci per le scuole elementari e medie organizzati dal Provveditorato agli Studi di Como.
Le sue capacità , la sua disponibilità e il suo carattere, lo distinguevano anche fra i roulottisti del Campeggio Pian delle Noci, dove con la famiglia, ha soggiornato per oltre quattro decenni. Quando qualcuno aveva delle difficoltà , dei lavori ostici, dei consigli da chiedere dicevano:" Vado dal Luciano ". era sicuro di trovare la soluzione del problema.
Ora Luciano, come dicono gli Alpini, "è andato avanti" lasciando un vuoto dietro di se, non solo per la moglie Liliana, il figlio Fabio la nuora Nadia e gli adorati nipoti Andrea e Marta, ma per tutti coloro che lo hanno conosciuto e frequentato godendo della sua sincera amicizia.
Ora tutti noi che lo ricordiamo, rubando una delle frasi del Canto Alpino "Signore delle Cime" ci rivolgiamo a Dio e pregando diciamo: " lascialo andare per le tue montagne".
Martedi 5 dicembre alle ore 13.45 l'ultimo saluto e il funerale presso la Chiesa di Muggiò. Il Gruppo porge le più sentite condoglianze alla moglie Liliana e a tutti i familiari.